Su richiesta della Commissione europea il gruppo di esperti scientifici Ahaw individuerà un insieme di indicatori scientifici del benessere degli animali e di protocolli di campionamento, al fine di valutare l’efficacia dei processi di stordimento e macellazione.
Fonte: Efsa | Data: 13/03/2013
Il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sui pericoli biologici ha confermato l’esistenza di un rischio di trasmissione della scrapie classica, classificato da trascurabile a basso, derivante dal trasferimento di embrioni nelle pecore.
L'Efsa ha completato la valutazione di 64 sostanze o gruppi di sostanze di questo tipo, considerandone la maggior parte accettabili come carichi navali precedenti e, in alcuni casi, precisando quando si devono applicare condizioni d'uso prima che grassi e oli commestibili possano essere trasportati nelle stesse cisterne.
Fonte: Efsa | Data: 01/02/2013
L'Efsa ha riveduto la propria stima dell'esposizione dei consumatori a tre coloranti caramello (E 150a, E 150c, E 150d), utilizzati in svariati alimenti e bevande.
L'Efsa ha stabilito dosi settimanali tollerabili, destinate a proteggere i consumatori dagli effetti avversi sulla salute causati dalla possibile presenza delle principali forme di mercurio negli alimenti: metilmercurio e mercurio inorganico.
Il parere scientifico pone a confronto la percentuale di casi di contagio in esseri umani, segnalati in Europa dal 2007 al 2011, nei focolai di malattie a trasmissione alimentare riconducibili ad alimenti di origine non animale con le percentuali relative alle malattie associate agli alimenti di origine animale.
L'Efsa ha pubblicato una relazione in cui si analizzano gli ultimi dati epidemiologici disponibili sull'incidenza del virus di Schmallenberg in Europa.
Il fine ultimo del progetto è quello di consentire all'Efsa di offrire ai gestori del rischio una consulenza ancora più completa in materia di salute delle api.
L'Efsa ha pubblicato la propria relazione annuale di aggiornamento sui livelli di acrilammide negli alimenti in 25 Paesi europei.
Obiettivo: agevolare i gestori del rischio nella classificazione dei rischi correlati alle malattie a trasmissione alimentare causate da alimenti di origine non animale.