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I data logger Haccp testo 191 nella prova di resistenza

Parlando con i clienti, sappiamo che ci sono tre punti critici alla base dell'insoddisfazione nei confronti dei data logger disponibili sul mercato. Li abbiamo esaminati tutti e tre e questi sono i risultati.

Azienda: TESTO
Fonte: rivista "Alimenti&Bevande" n. 8/2020
Data: 19/10/2020


Gli utenti ci hanno chiesto: come si può essere sicuri che i data logger testo 191 siano in grado di soddisfare le richieste del settore alimentare? Dopotutto, pastorizzazione, sterilizzazione e crioessiccazione sono tra gli ambiti applicativi più difficili ai quali sono esposti i data logger. 

La nostra risposta è una serie di prove di resistenza che non solo simulano le condizioni applicative pratiche, ma addirittura le superano in termini di sollecitazione dei logger. Parlando con i clienti, sappiamo che: ci sono tre punti critici alla base dell'insoddisfazione nei confronti dei data logger disponibili sul mercato. Questi si riferiscono alla robustezza dei logger, alla deriva di precisione e all'affidabilità delle batterie.

Abbiamo esaminato tutti e tre i requisiti dei clienti nell'ambito di prove applicative. E questi sono i risultati.

1. Quanto sono robusti i data logger testo 191?

I nostri requisiti
Per quanto riguarda la robustezza, ci siamo posti l'obiettivo che i data logger testo 191 non debbano soltanto resistere ripetutamente alle varie procedure in autoclavi e impianti di liofilizzazione, ma che debbano anche essere leggibili in forma inalterata per un lungo periodo.
Ciò significa che i logger devono dimostrare la loro capacità di funzionare in un campo di temperatura da
-50 °C (crioessiccazione) a +140 °C (sterilizzazione a vapore). Inoltre, sono esposti a condizioni di pressione di 50 mbar nella crioessiccazione e fino a 4 bar nella sterilizzazione.

Come abbiamo eseguito la prova?
Per garantire che i data logger testo 191 siano in grado di sopportare le condizioni nei campi di temperatura e di pressione, abbiamo svolto due serie di prove, simulando in ciascuna uno scenario estremo.

Caso di prova 1: sterilizzazione a vapore con procedura Overkill
Il termine "procedura Overkill" si riferisce a una procedura di sterilizzazione con due cicli di pre-vuoto e una temperatura di sterilizzazione di 134 °C. A causa delle elevate temperature, del vapore acqueo e degli impulsi di vuoto, i data logger utilizzati sono soggetti a un carico enorme, che può causare perdita di tenuta o malfunzionamento. Il processo di sterilizzazione di un'ora è stato eseguito più volte con gli stessi logger in queste condizioni estreme.
Il risultato
I data logger testo 191 hanno sopportato il processo di sterilizzazione a vapore di un'ora a 134 °C per 2.000 volte e in seguito erano ancora perfettamente funzionanti.

Caso di prova 2: crioessiccazione
Nei comuni processi di crioessiccazione, i data logger sono soggetti a carichi differenti. In questo caso, è soprattutto la combinazione di temperature sotto lo zero e variazioni di temperatura a procurare difficoltà a molti logger. Per tale motivo, ai fini dell'applicazione di crioessiccazione, i data logger testo 191 sono stati sottoposti a una prova di stabilità fino a -50 °C in un congelatore. Inoltre, sono stati sottoposti a una prova di variazione della temperatura a temperature da -50 °C a +70 °C.
Il risultato
I data logger testo 191 hanno sopportato le prove di variazione della temperatura e le misure nei congelatori per 750 ore senza alcun malfunzionamento - e in seguito erano ancora perfettamente funzionanti.

2. È vero che i data logger testo 191 devono essere tarati solo una volta all'anno?

I nostri requisiti
Nell'applicazione pratica dei data logger, di solito si esegue una misura comparativa a intervalli regolari per individuare tempestivamente la possibile deriva di precisione e contrastarla mediante taratura. Poiché questa procedura sottrae ai nostri clienti tempo prezioso per il loro lavoro quotidiano, abbiamo sviluppato i data logger testo 191 al fine di consentire ai clienti di Testo di fare a meno di continue pre e post-regolazioni dei logger.

Come abbiamo eseguito la prova?
Per dimostrare la deriva di precisione, i data logger sono stati testati in una procedura Overkill di un'ora nelle autoclavi.
A intervalli di 60 cicli di autoclavazione, sono stati rimossi dalle autoclavi e posti in una vasca di regolazione. Qui sono stati testati ai punti di temperatura di -50 °C, -20 °C, 0 °C, 50 °C e 120 °C per determinare la deviazione di precisione dallo strumento di riferimento.

Il risultato
Anche dopo 750 ore di funzionamento, i data logger testo 191 hanno mantenuto la precisione specificata di ±0,1 °C per i data logger di temperatura e di ±20 mbar per i logger di pressione. In altre parole, una taratura annuale, come raccomandata da Testo, è assolutamente sufficiente. È possibile fare a meno di regolare i logger prima e dopo ogni misura.

3. Il concetto di batteria tiene in queste condizioni di prova?

I nostri requisiti
Una richiesta frequente era inizialmente quella di trovare un tipo di batteria che garantisse un'alimentazione affidabile dei logger non soltanto nei campi di temperatura bassi (-50 °C), ma anche in quelli alti (+140 °C). Volevamo inoltre garantire che l'utente dovesse sostituire la batteria soltanto una volta all'anno. Poiché la complicata sostituzione della batteria è una delle fonti di errore più comuni nell'utilizzo dei data logger, anche tale procedura doveva poter essere eseguita in modo sicuro, rapido e semplice.

Come abbiamo eseguito la prova?
Per verificare se il concetto di batteria dei data logger testo 191 soddisfa questi requisiti, abbiamo eseguito una triplice prova.

Caso di prova 1: prova del ciclo in autoclave
Le batterie sono state testate per diverse centinaia di ore nel processo di autoclavazione a +134 °C, durante il quale sono state esposte ad alte temperature, pressioni estreme e vapore acqueo.
Caso di prova 2: prova di crioessiccazione
Le batterie sono state testate intensamente per diverse centinaia di ore in congelatori a -50 °C. La sfida era che fossero in grado di resistere alle basse temperature e al vuoto.
Caso di prova 3: prova di variazione della temperatura
Le batterie sono state testate anche nell'ambito di prove di variazione della temperatura da -50 °C a +70 °C. La prova consisteva nell'esaminare se le batterie sopportavano oscillazioni di temperatura estreme.

Il risultato
Le serie di prove e le relative condizioni ambiente hanno esposto la batteria a una sollecitazione estrema. È stato però chiaramente dimostrato che la batteria di testo 191 può essere usata senza problemi nel campo di temperatura definito. Ciò è stato confermato dall'Istituto Fraunhofer nella sua valutazione: "Nessun tipo di cella ha mostrato comportamenti critici per la sicurezza nel corso di diverse ore a temperature <150 °C durante lo svolgimento delle prove, neppure quando è stato eseguito un cortocircuito esterno".

Conclusioni

Tutti i data logger testo 191 hanno superato le prove estreme a pieni voti. Per gli utenti questo significa poter stare certi che:
· i data logger testo 191 sono in grado di sopportare senza problemi anche sollecitazioni estreme come quelle che si verificano nella crioessiccazione o nella procedura Overkill;
· i data logger testo 191 devono essere tarati solo una volta all'anno;
· il concetto di batteria innovativo e facile da usare dei data logger testo 191 ha superato facilmente lo stress test, con convalida ufficiale dell'Istituto Fraunhofer.



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