Lo scorso novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che disciplina il Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale (SQNBA). Questo sistema, costituito dall'insieme dei requisiti di salute e di benessere animale superiori a quelli delle specifiche norme europee e nazionali, si pone l'obiettivo di migliorare il benessere degli animali - uno dei principi cardine della sostenibilità promossi dall'Unione europea, in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 e della strategia Farm to Fork -, innalzare la qualità delle produzioni agroalimentari e contrastare il fenomeno dell'antimicrobico-resistenza, diminuendo il quantitativo di medicinali utilizzati in allevamento.
• Ing. De Micheli, a chi si rivolge l'SQNBA? Sono previsti incentivi economici per coloro che aderiranno a questo sistema?
Il SQNBA si rivolge ad allevatori e aziende che commercializzano prodotti provenienti dagli allevamenti certificati per il benessere che, attraverso la certificazione rilasciata dagli organismi accreditati, possono comunicare sul mercato il valore aggiunto dei loro sistemi di gestione allevatoriale e dei prodotti ottenuti da questi allevamenti.
I soggetti che aderiranno a questo sistema potranno ricevere un sostegno economico sfruttando i fondi della Politica agricola comune (Pac) del periodo 2023-2027, che dispone di un budget di 37.5 miliardi di euro. Gli interessati, in particolare, dovranno fare domanda per l'eco-schema 1-livello 2 entro il 15 maggio 2023.
• Perché parliamo di adesione al sistema e non di certificazione secondo l'SQNBA?
Al momento si parla di adesione all'SQNBA e non di certificazione perché, non essendo ancora presenti linee guida e organismi di controllo accreditati, non è possibile parlare di certificazione; attualmente, infatti, sono presenti solo bozze di linee guida sui requisiti di certificazione per bovini da latte, bovini da carne e suini con peso maggiore di 50 chilogrammi e allevati all'aperto; mancano alcuni aspetti che il comitato tecnico-scientifico dovrà definire per completare i lavori di stesura dei disciplinari e la successiva emanazione dei decreti.
• Qual è il ruolo di Agroqualità in questo scenario?
Con l'intento di accompagnare gli allevamenti verso la transizione ecologica e considerata la prossima entrata in vigore del sistema, Agroqualità - società di certificazione di RINA Services e del Sistema Camerale Italiano specializzata nel settore agroalimentare - ha elaborato un disciplinare tecnico del benessere animale che può agevolare allevatori e filiere interessate alla certificazione SQNBA.
Coloro che si rivolgeranno a noi e applicheranno il disciplinare del benessere animale potranno conseguire un'attestazione che consentirà loro di arrivare il più preparati possibile quando entrerà in vigore l'SQNBA. A questo proposito, i soggetti che otterranno l'attestazione avranno dodici mesi di tempo dalla data di entrata in vigore del sistema per adeguarsi ai requisiti ministeriali, cosa che permetterà loro - una volta conseguita la certificazione SQNBA - di utilizzare le informazioni previste dal sistema per contraddistinguere e valorizzare sia gli animali sia i prodotti provenienti da allevamenti conformi al Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale.
• Cosa fa la società concretamente?
Agroqualità, per certificare o meno i soggetti secondo il disciplinare, segue un iter preciso: chiede di compilare un questionario informativo che valuta se la richiesta è presentata da una singola azienda o se coinvolge un'intera filiera, emette l'offerta e programma le attività di verifica presso la singola organizzazione o l'intera filiera coinvolta. In seguito alla valutazione del comitato tecnico, poi, la società rilascerà o meno l'attestazione secondo il disciplinare del benessere animale.
In conclusione, le iniziative previste dal Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale risultano fondamentali per la valorizzazione e la crescita della filiera zootecnica, in linea con i nuovi orientamenti comunitari alla base della PAC, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nonché della strategia Farm to Fork, che si pone l'obiettivo di far transitare, nel medio periodo, tutti i produttori verso una produzione alimentare sostenibile.
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