I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono una famiglia di composti chimici sintetici, noti per la loro resistenza all'acqua e all'olio, utilizzati in una vasta gamma di prodotti di consumo, che spaziano dai rivestimenti delle padelle antiaderenti ai tessuti impermeabili, dalle schiume antincendio agli imballaggi alimentari.
Denominate "sostanze eterne" per la loro estrema resistenza alla degradazione naturale, sono riconosciuti come interferenti endocrini ed è ormai certa l'associazione tra il loro assorbimento attraverso l'acqua, il cibo e l'aria e svariati problemi di salute, tra cui danni al fegato, malattie della tiroide, obesità e alcuni tipi di tumore.
I PFAS rappresentano, dunque, una sfida a cui non è possibile sottrarsi, come ben sanno le autorità di tutto il mondo, che stanno cercando di limitarne la presenza. È in questo contesto che nasce l'esigenza dei laboratori di analisi di avere a disposizione non solo metodi analitici idonei per individuarli, ma anche una strumentazione efficace che garantisca risultati precisi. A partire dalla colonna LC, un componente cruciale per raggiungere questo obiettivo.
Dall'individuazione della fase stazionaria...
Ma quali sono i fattori da considerare nella scelta della colonna LC più adatta? L'individuazione di una fase stazionaria efficace per la gamma di PFAS da rilevare è il primo passo da compiere: esistono, infatti, diverse tipologie di colonne LC, ciascuna progettata per applicazioni e meccanismi di separazione specifici della miscela del campione da analizzare. Un passo particolarmente importante, se si considera l'ampliamento dell'elenco dei PFAS da monitorare, che comprendono composti a catena alchilica sempre più corta.
...alle dimensioni di colonna e particelle
La lunghezza e il diametro della colonna e la grandezza delle particelle da esaminare sono altri fattori da considerare: i primi due influiscono sulla risoluzione, la sensibilità e il tempo di analisi, mentre il terzo sulla robustezza richiesta alla colonna utilizzata.
La contaminazione passa anche per la strumentazione
Anche le limitazioni analitiche, fissate a valori sempre più bassi, portano con sé il rischio che interferenze esterne possano incidere sui risultati ottenuti. Un fenomeno che può verificarsi quando si impiegano eluenti che contengono PFAS a loro volta o vetreria lavata con saponi non controllati oppure a causa di rilascio da parte dello strumento.
L'offerta Restek
Restek, azienda leader nello sviluppo e produzione di colonne LC, offre una gamma di soluzioni per rendere l'analisi dei PFAS più veloce e accurata, ridurre falsi positivi e risposte elevate: le colonne Restek SPP o FPP Raptor o Force offrono un'elevata capacità di trattenere gli analiti presenti nel campione e forniscono tempi di analisi ridotti. Raptor o Force C18, ad esempio, sono una scelta eccellente per i PFAS con lunghezza di almeno C3, mentre Raptor Polar X è lo strumento vincente per analizzare i PFAS a catena ultra-corta (lunghezza inferiore a C3) tradizionali e alternativi con un unico metodo. Scegli la colonna più adatta alle tue esigenze: risolvere un problema significa individuare la strada giusta per affrontarlo, a partire dagli strumenti analitici più adeguati e la questione PFAS non fa certo eccezione.
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