L'esposizione dei consumatori a furano e metilfurani nei prodotti alimentari potrebbe causare possibili danni di lungo termine al fegato.
Ad affermarlo è l'Efsa in un parere scientifico del gruppo sui Contaminanti nella catena alimentare (Contam) pubblicato ieri.
"Il gruppo di persone più esposte - si legge in una nota dell'Autorità di Parma - è quello dei bambini piccoli, principalmente tramite il consumo di alimenti pronti al consumo in scatola o in vasetto. L'esposizione di altre fasce della popolazione è connessa principalmente al consumo di caffè e alimenti a base di cereali e varia a seconda dell'età e delle abitudini di consumo".
Il furano e i relativi composti 2 e 3-metilfurani sono contaminanti chimici che si formano naturalmente durante il trattamento termico degli alimenti, compresa la cottura. Tali sostanze sono sempre state presenti negli alimenti cotti o riscaldati.
I potenziali rischi per la salute legati al furano
L'Efsa ha effettuato questa valutazione dopo aver eseguito un monitoraggio dei livelli di furano negli alimenti e aver valutato l'esposizione dei consumatori.
"Sulla base di studi su animali - ha detto Helle Knutsen, presidente del gruppo Contam - abbiamo concluso che i danni al fegato e il cancro al fegato sono gli effetti più gravi sulla salute. In che modo il furano possa causare il cancro negli animali non è ben chiaro. Dal momento che il gruppo di esperti non poteva escludere che ciò potrebbe essere dovuto a una diretta interazione con il Dna, non siamo stati in grado di fissare un limite di sicurezza, la cosiddetta dose giornaliera tollerabile. Abbiamo invece calcolato un "margine di esposizione". E, analogamente al comitato misto Fao-Oms di esperti sugli Additivi alimentari (Jecfa), abbiamo concluso che il livello di esposizione al furano contenuto nei prodotti alimentari è motivo di preoccupazione per la salute umana".
I furani si formano a partire da una molteplicità di sostanze naturalmente presenti negli alimenti, come la vitamina C, i carboidrati, gli amminoacidi, gli acidi grassi insaturi e i carotenoidi. Le condizioni di cottura o trasformazione contribuiscono a determinare quanto furano si forma e si perde (principalmente per evaporazione), e quanto ne è presente al momento di consumare i cibi.
"Il nostro parere - precisa Knutsen - descrive in che modo le modalità di cottura potrebbero ridurre l'esposizione alimentare al furano e ai metilfurani, nella consapevolezza che i consumatori sono esposti a essi tramite un'ampia varietà di alimenti".
"Ad esempio - si legge nel comunicato dell'Efsa - a causa della volatilità del furano, riscaldare i cibi pronti per lattanti e bambini piccoli a bagnomaria senza coperchio può ridurre l'esposizione di circa il 15-30%. Metodi diversi di preparazione del caffè, inoltre, provocano perdite diverse di concentrazioni di furano e le perdite nel caffè bollito/turco sono 3-4 volte maggiori che nel caffè americano e nell'espresso. Il livello di furano nel pane tostato, poi, aumenta a seconda del tempo di tostatura e del grado di rosolatura, anche se il pane tostato contribuisce in maniera limitata all'esposizione complessiva al furano".
Quali i passi successivi?
Il parere scientifico dell'Efsa verrà tenuto in considerazione dai responsabili delle politiche europei e nazionali per decidere se sia necessario assumere ulteriori misure.