Il livello cumulativo di sicurezza attualmente stabilito (dose giornaliera ammissibile di 0,7 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo) per anidride solforosa e sei solfiti utilizzati come additivi nel vino e in altri alimenti è sufficiente a tutelare i consumatori. È quanto affermato dall’Efsa che, tuttavia, rivedrà tale conclusione quando verranno forniti dati, provenienti da nuovi studi, per colmare le lacune nelle informazioni, ridurre le incertezze e confermarne pienamente la sicurezza per i consumatori.
I sette additivi alimentari sono valutati insieme dal momento che si comportano in modo simile dopo l'ingestione. Si formano naturalmente durante la vinificazione e sono anche aggiunti a molti vini per bloccare la fermentazione e agire da conservanti. Vengono impiegati anche nel sidro, nei succhi di frutta e di verdura e nella frutta e verdure essiccate, in particolare quelle a base di ravanelli e patate.
Il gruppo di esperti scientifici sugli Additivi alimentari dell’Efsa raccomanda che la dose giornaliera ammissibile temporanea di gruppo venga valutata nuovamente entro cinque anni, dopo aver effettuato nuovi studi per produrre i dati mancanti. Il gruppo scientifico suggerisce, inoltre, che l'etichettatura riporti l’effettivo livello di solfiti o anidride solforosa nei singoli prodotti per aiutare i consumatori sensibili o intolleranti a contenere la propria assunzione. La legislazione dell'Unione europea impone di indicare sulle etichette alimentari "contiene solfiti”, senza specificarne la quantità, quando eccedano i 10 milligrammi per chilogrammo o per litro.
Necessari maggiori dati sui solfiti per confermarne appieno la sicurezza
Fonte: EfsaData: 22/04/2016