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Ricerca, sviluppato il più grande database di genomi microbici da alimenti

Fonte: Università degli Studi di Napoli "Federico II"
Data: 16/09/2024


Uno studio, guidato anche dal Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" ha sviluppato un database per la caratterizzazione degli alimenti da dati metagenomici, aprendo nuovi scenari per migliorare la qualità, la sicurezza e la sostenibilità dei prodotti alimentari.
Il database è stato sviluppato dal progetto Master, finanziato dall'Unione europea. Il relativo articolo scientifico, intitolato "Unexplored microbial diversity from 2,500 food metagenomes and links with the human microbiome", è stato pubblicato il 29 agosto 2024 sulla rivista "Cell".
Il database è stato reso possibile grazie al sequenziamento di circa 2.000 campioni raccolti in aziende alimentari in tutta Europa, che, aggiunti a collezioni globali esistenti, ha portato l'analisi complessiva a 2.500.


Il progetto

Master, acronimo di "Microbiome Applications for Sustainable food systems through Technologies and EnteRprise", è un progetto finanziato dall'Unione europea nell'ambito di Horizon 2020. Iniziato a gennaio 2019, ha visto il coinvolgimento di 29 partner con l'obiettivo di caratterizzare i microbiomi in diversi ambienti alimentari e non alimentari utilizzando tecnologie di sequenziamento innovative. Lo studio è stato guidato da team dell'Università di Napoli "Federico II" e dell'Università di Trento (Italia), in collaborazione con Teagasc (Irlanda), Consiglio superiore di Ricerca scientifica e Università di León (Spagna), Matis (Islanda) e FFoQSI (Austria), in aggiunta a molti altri partner.
"Il database sviluppato è rappresentativo di 15 categorie di alimenti provenienti da 50 Paesi e contiene dati relativi a 3.600 specie microbiche diverse, di cui 290 sono specie nuove. È disponibile gratuitamente per poter essere utilizzato per studi sul microbioma e per applicazioni nell'industria alimentare, ad esempio per studiare la componente microbica lungo l'intera catena alimentare o la diffusione di geni di resistenza agli antibiotici o ancora per rilevare microrganismi indesiderati e investigare la possibile trasmissione di microrganismi all'uomo. La sua disponibilità rappresenta un importante sviluppo verso un futuro in cui il sequenziamento metagenomico potrebbe sostituire la microbiologia classica come strumento più accurato e rapido per il tracciamento dei microrganismi lungo la catena alimentare", ha affermato il professore Paul Cotter di Teagasc, coordinatore del progetto.