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Packaging alimentare, necessarie modifiche alla proposta di regolamento UE

Fonte: Federazione Gomma Plastica
Data: 03/10/2023


Un fronte unico e compatto ha ribadito lo scorso 29 settembre a Bologna l'obiettivo di modificare l'approccio da cui si è partiti nel redigere la proposta di regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr) e l'importanza di prevedere una normativa europea sul packaging alimentare che sia equilibrata, consapevole, basata su elementi e studi scientifici.
Uno schieramento composto dalle filiere interessate, dagli europarlamentari italiani direttamente impegnati sul tema e dal Governo. Erano infatti presenti all'incontro "Ppwr: quale impatto sul packaging per alimenti?", organizzato da Pro Food (il gruppo di produttori di imballaggi per alimenti freschi della Federazione Gomma plastica di Confindustria), il sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Massimo Bitonci, gli europarlamentari Salvatore De Meo, Carlo Fidanza e Paolo Borchia, oltre a numerosi rappresentanti delle filiere interessate.
"Gli obiettivi di base del Ppwr sono certamente condivisibili - ha dichiarato Marco Omboni, consigliere di Pro Food - ma è assolutamente necessario esprimere le diffuse preoccupazioni sulle conseguenze del testo originale, che non va nella direzione corretta per il raggiungimento degli obiettivi. Confidiamo che gli europarlamentari chiamati a modificare il testo lo rendano maggiormente aderente alla realtà con scelte fatte sulla base di evidenze scientifiche e non meramente ideologiche. Del resto, il nostro Paese ha fatto, in ossequio a quanto prescritto dall'Unione europea, risultati eccezionali sulla filiera del riciclo, mentre con la proposta di Bruxelles si sterza bruscamente verso il riutilizzo, senza tenere in considerazione elementi come igienicità, tracciabilità, spreco alimentare, conservazione di un prodotto che, specialmente nell'ortofrutta, ne risentirebbe molto. Il Ppwr, se non modificato, rischia di innescare un effetto domino disastroso: i produttori agricoli dovrebbero rivoluzionare i loro metodi di raccolta e conservazione, la logistica in generale si troverebbe prodotti con una durata media minore, condizionata dall'assenza della protezione data dagli imballaggi, mentre la Gdo dovrebbe passare da una gestione equilibrata dell'offerta sfuso-confezionato a uno sfuso generalizzato, con l'aumento di scarti e intollerabili sprechi alimentari. E alla fine a rimetterci sarebbe il consumatore, a cui arriverebbe un prodotto più scadente, più costoso e anche meno sicuro dal punto di vista igienico. Tutto questo senza raggiungere assolutamente nessun miglioramento ambientale".
In attesa del voto in Commissione Ambiente del Parlamento europeo sul Ppwr, previsto a fine mese (ottobre 2023), con possibile arrivo in plenaria durante la seconda sessione di novembre, il prossimo obiettivo evidenziato dai relatori dell'incontro è trovare altri Stati come alleati nella discussione che si terrà negli organi comunitari con rappresentanti governativi. "C'è una spaccatura tra Paesi produttori e importatori, con i secondi più liberali e i primi che vogliono regole più stringenti - spiega Paolo Borchia - Legiferare in maniera univoca per 27 Paesi non è semplice. Questa proposta di regolamento, dal punto di vista della Commissione stessa, nasce male. L'Italia non è sola a protestare, sia nel Parlamento, sia nel Consiglio. Bisogna trovare una posizione di sintesi con gli altri Paesi che condividono i nostri interessi".