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Carni, reazioni al parere dell'OMS: allarmismo non serve

Fonte: @nmvi Oggi
Data: 28/10/2015


Sulla questione della cancerogenicità delle carni lavorate il ministero della Salute ha già chiesto il parere del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare. Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, aggiungendo:"Premetto che le considerazioni dell'Oms sono preliminari, non servono allarmismi. "Sulla questione abbiamo comunque chiesto parere alla commissione presieduta dal professor Calabrese", il quale è già stato interpellato in queste ore dalla stampa.
L'OMS ce l'ha con gli anglosassoni – Per Giorgio Calabrese, presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute, l'Oms non ce l'ha con le nostre abitudini elementari. Piuttosto con quelle delle popolazioni anglosassoni, che consumano carne molto spesso, anche a colazione. "L'importante è limitare il consumo della carne a 1-2 volte la settimana e non esagerare con la temperatura di cottura", aggiunge Calabrese.
Assica: i consumi italiani non sono quelli dell'OMS – Le quantità indicate dallo studio (100 grammi al giorno per la carne rossa e 50 grammi al giorno per quella trasformata) "sono molto più alte del consumo tipico del nostro Paese. Gli italiani mangiano in media 2 volte la settimana 100 grammi di carne rossa (e non tutti i giorni) e solo 25 grammi al giorno di carne trasformata", precisa ASSICA, l'Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi .Nella ricerca della IARC, sotto accusa finiscono soprattutto il sale e i grassi. "Risulta dunque necessario precisare che le carni dei bovini allevati in Italia presentano livelli di contenuto in grassi di gran lunga inferiore alla media dei paesi europei ed extraeuropei. Per quanto riguarda i salumi, invece, in Italia ci sono metodi di produzione e di stagionatura, affinati da secoli di tradizione, che poco hanno a che fare con i prodotti trasformati riportati nella ricerca. Confidiamo non si crei un ingiustificato allarmismo che rischia di colpire uno dei settori chiave dell’agroalimentare italiano- conclude ASSICA ricordando che il settore agroalimentare in Italia contribuisce a circa il 10-15% del prodotto interno lordo annuo, con un valore complessivo pari a circa 180 miliardi di euro. Di questi, circa 30 miliardi derivano dal settore delle carni e dei salumi, includendo sia la parte agricola che quella industriale. I settori considerati danno lavoro a circa 125.000 persone a cui va aggiunto l’indotto.
carnisostenibili.it rilancia la Clessidra Ambientale – "Invece di demonizzare inutilmente un alimento importante e nobile come la carne, sarebbe necessario che IARC e OMS considerassero maggiormente le centinaia di altri fattori che possono concorrere all’insorgenza dei tumori". E' il commento di carnisostenibili.it, portale di riferimento di Federalimentare, che rilancia la Clessidra Ambientale, ricordando che la validità del modello alimentare italiano fa della nostra popolazione una delle più longeve al mondo.
Cautela a Bruxelles – "Siamo a conoscenza dei risultati pubblicati dall'International Agency for Research on Cancer (Iarc) dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sull'associazione tra consumo di carne rossa e maggior rischio di insorgenza del cancro, principalmente per il tumore del colon-retto. Esamineremo con attenzione questo rapporto, come del resto facciamo con tutti le osservazioni pubblicate dall'Oms". Lo ha detto all'ANSA Enrico Brivio, portavoce della Commissione europea per la salute e la sicurezza alimentare, come prima reazione all'annuncio dei risultati della ricerca. Al riguardo la Commissione europea a più riprese ha ribadito che una dieta ben bilanciata e una buona attività fisica sono essenziali per mantenersi in buona salute.