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Pelati e conserve. Le etichette tornano alle vecchie regole

Disciplina ordinaria, nel 2011, per i derivati a base di pomodoro.

Autori: Carlo e Corinna Correra
Fonte: rivista 'Alimenti&Bevande' n. 9/2011
Data: 30/09/2011


Importanti novità nella disciplina sull'etichettatura delle confezioni di conserve di pomodoro per la campagna 2011 sono state apportate dal ministero dello Sviluppo Economico con la nota n. 0113024 trasmessa all'associazione di categoria ANICAV il 14 giugno scorso.
La nota in realtà ha riportato alla normalità (o quasi) la disciplina delle etichette dei prodotti derivati dal pomodoro (pomodori pelati, concentrati, passata di pomodoro, succo di pomodoro e simili) facendo in pratica decadere le indicazioni a suo tempo fornite dallo stesso ministero (allora noto come ministero delle Attività Produttive) con la circolare n. 167 del 2 agosto 2001. Quest'ultima infatti dettava una disciplina particolarmente rigorosa traendo norme, anche non scritte, dalla disposizione con cui l'art. 27 del d.lgs. 109/1992 aveva innovato i contenuti della preesistente disciplina sull'etichettatura dei prodotti del pomodoro contenuta nell'art. 7 del vecchio d.p.r. 428/1975. Quest'ultimo, regolamento generale di esecuzione della legge 96/1969, in realtà prendeva in considerazione solo i pomodori pelati e le varie specie di concentrato di pomodoro, ovvero quelle che in quegli anni - ormai lontani - erano in pratica le uniche due tipologie di derivati del pomodoro allora in commercio. In effetti, la nota ministeriale del 14 giugno non è che abbia fornito una nuova interpretazione delle disposizioni di legge del 1992, ma piuttosto ha offerto una nuova loro applicazione alla luce della cessazione - alla data del 31 dicembre 2010 - del regime di aiuti comunitari che per anni ha appoggiato il settore della produzione del pomodoro. In pratica: cessato il regime degli aiuti è apparso giusto far cessare anche un regime di etichettatura più restrittivo e penalizzante per i trasformatori



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